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Massimo Piccolo ha una scrittura antica, delicata, sa raccontare sentimenti e situazioni con grande dovizia di particolari, il castello è descritto così bene che sembra di vederlo, sa entrare nei sentimenti puri, sa dare ai personaggi personalità e fisicità e quando nel leggere si vede la storia per me lo scrittore è da standing ovation.
Mi è piaciuta molto questa fiaba tra l'antico e il moderno, ha un finale che non ti aspetti, a conferma che il "vissero felici e contenti" non sempre c'è ma l'amore trova il modo per trionfare.
Sarebbe bello vederla realizzata sul grande schermo, piacerebbe a grandi e piccoli, perchè le favole fanno sognare i piccoli e riportano fuori il bambino che è dentro di noi.
Raffaella Tamba– L’Isola del Tesoro (19 novembre)Blogger e presidente biblioteca comunale a Trebbo di Reno (Bo)
Sotto l’autorevole influsso di sensibilità quali quelle di Calvino, Marquez e Disney, “che ci hanno spesso ricordato che niente, meglio del fantastico, può raccontare i più grandi temi dell’esistenza”, Massimo Piccolo ha elaborato questa splendida fiaba moderna e antica nello stesso tempo: antica per l’atmosfera che evoca con un uso assolutamente perfetto del registro linguistico del genere fiabesco, moderna perché nonostante parli di principesse, di incantesimi, di castelli e cavalieri, riesce a dire qualcosa di nuovo e inatteso, un messaggio che non è mai fuori tempo, quello della capacità di crescere attraverso i sogni, anche quelli che sembrano più irrealizzabili, sfruttando il loro potere catartico e formativo.
Laura Santoro – storia di una laura di libri (27 ottobre)Blogger
A inizio lettura ero un po' scettica, devo essere sincera, ma poi, dopo le prime pagine, sono stata sempre più rapita dal racconto. La scrittura è estremamente delicata e poetica, a tratti struggente e anche ironica, capace di strapparvi sorrisi. Il finale è la parte che mi ha colpito di più perché è riuscito a sorprendermi... ci vedrei benissimo un adattamento della Disney.
Scrittrice, giornalista e blogger
…questa fiaba vive nei sentimenti della contemporaneità: incarnando l’ingiustizia di una suggestione che non si fa realtà e la speranza di chi, in fondo, non resta altro che provare a crederci di nuovo.
Nessuno può pretendere perché, nel tempo, soprattutto le donne hanno compreso che a volte non c’è e spesso non serve alcun principe che ti salvi la vita. Nessuno può pretendere perché anche il tempo diventa relativo e l’amore non sempre salva. Così le tre notti di una festa indimenticabile diventano un’eternità; i tre anni di una vita matrimoniale non durano più di una pagina, di un regalo vezzoso, di un sorriso spento…
Oltre la favola, Piccolo usa Estelle per parlare di un amore che appare tutto e niente, che crea e distrugge, che sia esso paterno, filiale, amicale o dell’uomo il cui pensiero mai si è allontanato dal suo volto. Piccolo presta Estelle ai mali che non hanno nome che crescono nell’inconscio come gramigna e non sempre è possibile estirpare. Piccolo innalza Estelle alla libertà di darsi il, seppur struggente, sollievo, tanto agognato, nell’impossibilità di scegliere se pensare ad un presente immutabile o all’immensità di un potente atto liberatorio, bisognerebbe chiederlo a lui.
Quella di Estelle è una storia vera e disperata. La storia dell’incantesimo di un amore che si spezza violentemente, ma nell’implacabile volontà di una donna del cui gesto si rimane a chiedersi se sia stato la realizzazione o la sopraffazione di un desiderio.
Scrittore, giornalista e blogger
Che sia favola o realtà, la storia di Estelle ha come tema la libertà. La sua ricerca ha tormentato gli animi sensibili di ogni epoca. Di qui la dolce figura di Juan, suonatore di accordìon, ossia, fisarmonica, strumento che richiama immagini di malinconia e di folgorante felicità che durano però pochi istanti. E così, dall’incontro tra i due nasce la favola; non un amore, ma una ricerca che va oltre le mura del castello, laddove il mare ruggisce, ammalia e rapisce.
Come detto, in questa favola dell’autore di Pomigliano d’Arco nulla è come sembra. La sua scrittura richiama lo stile di Calvino, il maestro della realtà-in-fiaba; le tematiche affrontate sono quelle che assillano da secoli gli uomini e, anche in questo caso, la risposta definitiva non la troviamo; anche perché di una letteratura che ci lascia senza punti interrogativi non sappiamo che farcene.
Estelle è quindi una fiaba dalla morale irrisolta e con un lieto fine da interpretare. È una meraviglia che si dischiude pagina dopo pagina e il suo senso sta proprio nel messaggio di libertà che l’autore ci comunica. Insomma, tra queste pagine il C’era una volta diventa un affascinante Ci sarà. Da leggere.
Blog letterario
Un libro decisamente imprevedibile. Alla fine di ogni capitolo sono rimasta spiazzata. Pensavo ai comportamenti dei protagonisti, immaginavo il seguito e puntualmente mi sbagliavo. Senza contare il finale… scioccante.
Aurora Rennella- Auracult. (25 settembre)
Blog letterario
…piccolo capolavoro narrativo. “Estelle” di Massimo Piccolo è un fiore semplice ma al contempo ricercato, un romanzo di stampo fiabesco ma assolutamente stupefacente per la sua modernità. Mai urlato, anzi offerto alla lettura a mo’ di una ninnananna appena sussurrata, il canovaccio tessuto da Piccolo non stanca, bensì accende l’attenzione del lettore con “visioni” particolareggiate e quasi oniriche, interrotte solo a piccoli tratti da istantanei ed efficaci accenti di ironia.
Tanta ricerca dietro le pagine di “Estelle”, poche ma preziose, centellinate come è nella natura delle gemme rare.
C’è delicatezza da parte dell’autore persino nel proporre un finale inatteso e che forse il lettore non avrebbe voluto…non così.
Francesca Magistro - Another book on the wall. (19 settembre)
Blog letterario
La scrittura è fluida ed evidenzia l’esperienza dell’autore, grazie ad essa e alle abili descrizioni è facile entrare in empatia con i protagonisti che, lungi dall’essere i personaggi di una delle solite fiabe che ci hanno sempre raccontato da bambini, sembrano persone in carne ed ossa, in cui è facile immedesimarsi […] qui, come quasi sempre nella vita reale, non c’è alcuna strega cattiva, nessun mostro da sconfiggere e la meta finale da raggiungere non è un oggetto magico o il lieto fine, quanto invece la consapevolezza di aver amato onestamente e di aver provato, almeno una volta nella vita, un sentimento così forte da darle un senso e rendere sopportabile tutte le sofferenze che essa, inevitabilmente, porta con se.
Se avete voglia di un racconto d’amore profondo e anticonvenzionale, questo libro è quello che fa per voi!
Blog letterario
La cosa che più colpisce è il linguaggio delicato, mai eccessivo e per niente infantile. L’autore è riuscito a rappresentare una favola moderna, che riesce a catturare anche il più realista lettore adulto. In poco più di ottanta pagine, si riescono a trovare espressi in maniera ottima, i sentimenti dei protagonisti; passione, amore, ma anche rassegnazione, tristezza sono i veri protagonisti di questo romanzo breve. Un altro aspetto interessante è il finale del tutto inaspettato, un finale che lascerà il lettore sorpreso, in quanto, proprio come nella vita, non si può dare nulla per scontato.
Blog letterario
Estelle di Massimo Piccolo: quell'ossigeno che ci fa amare e vivere.
Per amare, e in definitiva per vivere, bisogna rischiare: abbandonare nidi e porti sicuri, sbugiardare le proprie stesse aspettative, cambiare direzione repentinamente. in barba ai lacci della paura, graffiarsi le mani pur di scoprire cosa possa esserci oltre.
Massimo Piccolo, come un audace ed esperto nocchiero, conduce il lettore tra i flutti di questa storia, dalle mille sfumature alla scoperta del finale, che, a non volersi fermare all'apparenza, potrebbe essere inizio di nuove storie.
Tania Sabatino
Blog letterario
Una bellissima storia dal sapore agro-dolce, che ci riporta, attraverso una metafora, ai giorni nostri... Una storia elegante dove si parla d'amore e di bellezza [...] Fragilità, sensazioni e amori che vanno e vengono, righe poetiche e descrittive che raccontano la vita [...] Una favola moderna, dolce-amara."
Libri, amore e fantasia (4 agosto)
Blog letterario
Il libro è di una dolcezza infinita. Mi ha davvero colpita la dedizione di re Gustav IV nei confronti di sua figlia e – a dirla tutta – il suo cercare in tutti i modi un “sollievo” alla reclusione di Estelle, mi ha un po’ ricordato i tappeti bianchi che il barone di Carewall fa stendere nel suo palazzo, in modo tale che la sua amata figlia – Elisewin – non fosse spaventata dai suoi stessi passi (Oceano Mare, Alessandro Baricco, ndr.). Premure e accortezze che un padre ha per la propria figlia, sono certamente le cose che mi colpiscono molto. Ho apprezzato l’assoluta dedizione di Gustav IV nei confronti di Estelle, anche per quanto riguarda la scelta del futuro sposo (scelta lasciata nelle mani di Estelle).
Come detto in precedenza, la lettura è davvero molto fluida, mai noiosa, anche perché la scrittura di Massimo Piccolo risulta davvero ironica (anche io voglio un Cusumiello che mi versi da bere a random!) e piacevole.
Tra i principali protagonisti, oltre al re e ad Estelle, ovviamente, troviamo il principe Ileardo di Hardangerfjord e Juan il suonatore di accordìon. Ad essere sincera, inizialmente ero dalla parte del belloccio e conquistatore principe Ileardo, perché un po’ ero infastidita dall’insistenza di Juan… mi sono dovuta ricredere!
Quando Juan suona il suo accordìon, mi è venuta alla mente la parte in cui Flora, Fauna e Serenella de La bella addormentata nel bosco, addormentano tutto il regno per non far scorgere l’assenza della principessa Aurora. Dettaglio che mi è piaciuto tantissimo!
Estelle. Storia di una principessa e di un suonatore di accordìon è una fiaba-non-fiaba, in cui manca il classico finale in stile “e vissero tutti felici e contenti”. Finale davvero inaspettato e particolare.
Insomma, io ho adorato questa storia e credo ci starebbe benissimo anche una bella versione Disney!
Brigida Bocchetti
quotidiano on-line
“Tanto tempo fa, in un castello a picco sul mare, viveva una bellissima principessa di nome Estelle”. Questo è l’inizio di “Estelle”, racconto di Massimo Piccolo pubblicato nella collana “I Narratori” di Cuzzolin Editore, che ha come sottotitolo “Storia di una principessa e di un suonatore di accordìon”.
Il racconto, pur partendo come tale, non è quello di una storia d’amore, ma di una storia di vita, di vite nelle quali basta l’ingresso di una persona, di una singola persona, anche solo per pochi giorni, per far sì che tutto cambi. In bene o in male.
L’opera nasce come una fiaba, e come una fiaba continua, come un sussurro cantilenante raccontato dalle mamme ai bambini. E come ogni favola della buonanotte, quanto il piccolo è immerso in quel momento tra la veglia e il sonno, non importa quello che viene detto, importa il come. Il come di Massimo Piccolo è magistrale.
Non bisogna fraintendere, il racconto è parecchio interessante, e a una prima parte forse un po’ avara di sorprese contrappone, con il colpo di metà narrazione, una seconda parte totalmente nuova e innovativa. Ma è l’ambientazione la vera protagonista del racconto, l’atmosfera da fiaba nella quale il lettore si cala totalmente, immaginando Juan come un novello Pifferaio Magico ed Estelle come una delle tante principesse delle fiabe incapaci di salvarsi da sole. Da quest’atmosfera fiabesca è difficile uscire, forse impossibile senza l’abile ponte con la realtà che è rappresentato dal finale, che ci ricorda che la vita vera è quella che viviamo tutti i giorni, e che le fiabe non hanno sempre il loro “per sempre felici e contenti”.
Le descrizioni dei luoghi e delle persone fatte da Massimo Piccolo non sono mai pesanti, cullano il lettore nella rilassante sensazione che ogni parola, ogni segno di interpunzione, siano messi esattamente dove devono essere. La spiegazione di parole arcaiche o poco note al lettore (ad esempio nomi di venti o di uccelli, ma anche lo stesso accordìon del sottotitolo) viene lasciata alle note a piè pagina, scelta particolarmente apprezzata per la sua attenzione a non stravolgere la musicalità del testo.
Nel complesso l’opera è un piccolo capolavoro, lo stile di “Estelle” ricorda quello di un romanzo di Mathias Malzieu, o di un film d’animazione di Tim Burton. Sembra di ritrovarsi in una fiaba, che però è qualcosa di totalmente diverso da una fiaba, nella cui atmosfera ovattata avvengono eventi terribili e in cui i personaggi sono chiamati a fare scelte ben più importanti di quelle che vengono narrate in un sussurro dalle mamme ai piccoli prima di addormentarsi.
Camilla Brancaccio
#1
blog letterario
È una dolce favola, quella di “Estelle”, ereditata dai migliori racconti medievali e che giunge ai nostri occhi in una realtà completamente differente.
Un castello dalle mura infinite, ma che a volte sa diventare così piccolo, un amore che nasce da una dolce melodia e da un incantesimo inspiegabile, un suonatore di accordìon, a cui ci si affeziona irrimediabilmente, un Re severo ed apprensivo, dal cuore spezzato.
L’ultimo lavoro letterario di Massimo Piccolo, per la casa editrice “Cuzzolin Editore”, sa imprigionare lo stile e la fantasia dell’autore in un’epoca lontanissima, ma dalle melodie sempre riconoscibili. Poche pagine, soltanto ottantanove, ma che hanno la capacità di raccontare una lunga storia d’amore e di attesa, facendoti sospirare continuamente e profondamente.
Ho apprezzato il personaggio di Juan, talentoso suonatore di uno strano strumento, l’accordìon, poco ho amato invece la personalità della protagonista, la principessa Estelle, ancora ammantata da quell’aria di sentenziosità, che da sempre abbraccia i racconti dei reali di ogni tempo. Interessante, invece, lo sviluppo del romanzo favolistico, che prende forma pagina dopo pagina con dolce naturalezza.
Sarà l’amore però ad unire due mondi così lontani, come nelle più belle favole che hanno accompagnato la nostra infanzia, e sarà la luce del sole a distrarre i piani prudenti del Re che, immaginando di proteggere la sua principessa, la espone in realtà al più grande dei pericoli, quello di non vivere, di non poter mai abbracciare la felicità.
La magia ed il fantastico diventano così il modo migliore per poter raccontare, con stile semplice ed al contempo seducente, le paure, l’amore sincero, la rivalsa, la forza della passione, mentre ogni parola sa farsi avvolgere sapientemente da geniale melodia.
Benedetta Ferrara